lunedì 29 luglio 2013

risarcimento vacanza rovinata

Come fare reclamo per una vacanza rovinata ?

E' arrivato, finalmente, il periodo delle così tanto attese vacanze. Il nostro viaggio, purtroppo, a volte, augurandoci che non accada mai, potrà riservarci delle spiacevoli sorprese, anche per i c.d. viaggi acquistati "a pacchetto" che comprendono una organizzazione dettagliata interamente predisposta dal tour operator ma potrebbe succedere che una volta arrivati sul luogo della vacanza ci accorgiamo che le nostre aspettative sono state deluse, ovvero, si potrebbe ricevere un trattamento più scadente di quello pattuito, di quello promesso nei cataloghi, in internet... gli esempi possono essere molteplici: un albergo a due stelle anziché a quattro stelle, una stanza sprovvista di servizi richiesti, in questo caso cosa si deve fare? 

Innanzitutto, il cliente si deve rivolgere al rappresentante del tour operator, se esiste in loco, per contestare immediatamente le difformità in modo da consentire di trovare delle soluzioni alternative. Pertanto, se il servizio alberghiero era compreso in un pacchetto turistico l'organizzatore che lo offre, ad esempio, risponde direttamente nei confronti del cliente. Il tour operator nella sua attività di organizzatore di viaggi è responsabile dell'inadempimento di qualsivoglia obbligazione relativa all'organizzazione del viaggio direttamente nei confronti del consumatore, risarcendo i danni causati dai suoi inadempimenti nella erogazione delle prestazioni contrattualmente convenute. Se invece non troviamo un rappresentante di tour operator, la cosa migliore da fare è inviare, appena torniamo a casa entro 10 giorni lavorativi dal rientro, una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, al tour operator e/o agenzia di viaggio attivando così, con questo, il primo passaggio di risoluzione della controversia in via bonaria. Se questa prima attività non avrà successo e la controversia andrà sempre di più allargandosi allora potremmo chiamare in giudizio i diretti responsabili che rappresentano il tour operator, l'albergo, la compagnia aerea, etc. davanti al Giudice di Pace luogo in cui si può trattare controversie di valore non superiore a € 5000. da sottolineare che l'agenzia di viaggi, svolge semplicemente un ruolo di intermediario tra il consumatore e il tour operator sarà responsabile nei confronti del consumatore solo relativamente allo svolgimento della sua attività, l'agenzia, per esempio, deve ritenersi responsabile se omette di riferire al cliente un mutamento del programma di viaggio, il cambiamento d'albergo un errore di prenotazione d'albergo diverso da quello richiesto etc. Deve ritenersi responsabile della esattezza delle informazioni fornite al cliente. C'è sicuramente un danno patrimoniale ma i turisti incappati in qualche disavventura possono richiedere il cosiddetto danno morale,è un danno da vacanza rovinata dipendente dallo stress e dalla delusione delle aspettative avute e dalla impossibilità di godere della tranquillità che sarebbe lecito attendersi da una vacanza. I consigli utili sono: conservare i contratti, raccogliere il maggior numero di prove possibile,anche attraverso fotografie etc. Leggere attentamente i materiali informativi, leggere, ove presenti le recensioni del luogo. 


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giovedì 18 luglio 2013

spesa ammessa da DL 63 del 2013

Il Tetto di spesa ammesso dalle agevolazioni del decreto legge n 63 del 2013

Il tetto di spesa ammessa la detrazione passa da €48.000 a € 96.000 a questo tetto di spesa si aggiungono altri € 10.000 per gli arredi, ad immobile ristrutturato; chi effettua lavori di ristrutturazione può non solo disporre del bonus del 50% ma avrà anche lo sgravio per gli elettrodomestici. Tutto ciò è una chiara indicazione per rimettere in moto il mercato dell'edilizia. Importante da sottolineare che le misure di agevolazione fiscale riguardano anche i condomini quindi nelle nuove convocazioni, con la nuova procedura delle assemblee, con le nuove maggioranze, si potrà valutare questa nuova occasione concessa e proprietari di condomini per rendere efficiente e migliorare il proprio patrimonio immobiliare.

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detrazioni fiscali sulla riqualificazione e l'efficienza energetica

Le principali novità sulle detrazioni fiscali

Innanzitutto salgono alcune percentuali di detrazione fiscale, ad esempio, sugli interventi di risparmio energetico la percentuale di spesa detraibile sale da 55 al 65% fino alla fine del 2013; sui lavori di ristrutturazione edilizia invece il bonus del 36% viene potenziato al 50%, questo già dal mese di luglio, fino a fine anno, inoltre chi effettuerà interventi di ristrutturazione ci sarà anche la possibilità di accedere al bonus del 50%. Per quanto riguarda gli arredi, quindi, questo intervento normativo riguarda addirittura il nostro arredamento interno di casa, ovvero la possibilità di poter portare in detrazione fiscale anche su tali acquisti. È altamente consigliabile poter approdare in modo tecnico a questi incentivi perché i mesi sono molto limitati, difatti si parla appunto di questa semestralità per arrivare fino a fine anno. Le ristrutturazioni a volte tanto agognate, ma in tempo di crisi bisogna sempre considerare il portafoglio, ma forse questo è un momento, adeguato-opportuno per poter affrontare questi tipi di lavori perché c'è un netto risparmio, quindi, il Governo italiano in questo ha avuto una attenzione particolare.

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ristrutturazione risparmio energetico

Bonus per lavori di ristrutturazione casa sulla riqualificazione e l'efficienza energetica

E' di recente costruzione normativa il decreto-legge n. 63 del 2013 (testo della gazzetta ufficiale) già approvato dal Senato che consente di sfruttare le agevolazioni fiscali per rimettere a nuovo la casa. Ma come nasce questo decreto? Il decreto nasce il 4 giugno del 2013 n. 63 riguardante le disposizioni urgenti per il ricevimento di una direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010 (testo del decreto dal sito eur-lex.europa.eu) sulla prestazione energetica nel campo dell'edilizia per la definizione delle procedure di infrazione avviate dalla Commissione Europea. Questo perché la Commissione Europea è attenta ad ogni procedura inerente l'edilizia soprattutto per quanto riguarda le prestazioni energetiche; questo decreto nei primi articoli modifica le norme del decreto legislativo 19 agosto del 2005 numero 192 (testo DL 19/2005) approntando delle modifiche ma per una migliore conoscenza tecnica dell'argomento si invita alla completa lettura del decreto stesso che consta di 22 articoli. 

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venerdì 12 luglio 2013

Estetica dei pannelli fotovoltaici

Estetica dei pannelli fotovoltaici in un condominio

I pannelli fotovoltaici potrebbero anche essere nella loro posizione antiestetici per la struttura dell'edificio e del condominio. In qualunque posizione vengono istallati i pannelli non devono creare problemi al decoro del caseggiato, basti pensare, ad esempio, che molti sono i casi in cui i condomini hanno un vincolo paesaggistico da rispettare, quindi prima di avviare una procedura di installazione di impianti per produrre energia in modo alternativo rinnovabile bisogna valutare caso per caso ogni singolo aspetto considerando anche tutte le possibili conseguenze sia giuridiche che di armoniosa convivenza tra i condomini. Bisogna precisare che il singolo condomino se intende realizzare gli impianti sopraindicati, è libero di agire senza interpellare l'amministratore e l'assemblea, ma con una eccezione, ovvero se l'installazione degli impianti richiede necessariamente una modifica delle parti comuni. L'interessato ne dà comunicazione all'amministratore sulle modalità di esecuzione di questi interventi e l'assemblea può intervenire ed imporre, con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti almeno i due terzi del valore dell'edificio, adeguate modalità alternative di esecuzione a salvaguardia della stabilità della sicurezza e del decoro dell'edificio. Tale disciplina, quindi, fa risaltare ancora una volta il principio generale di tutela estetica ed aspetto architettonico dell'edificio stesso e come abbiamo visto, la preventiva comunicazione all'amministratore e la successiva possibilità da parte dell'assemblea di intervenire, rappresentano una garanzia su possibili lavori malfatti che possono portare della possibile decurtazione dell'edificio. 

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istallazione di panneli solari in condominio

Chi può istallare i pannelli solari in condominio ?

In principio generale a questo punto allora ciascun comproprietario potrebbe avere interesse ad istallare pannelli di energia, ma il lastrico solare come superficie potrebbe non bastare oppure la struttura stessa dell'edificio potrebbe non supportare tali tipi di impianti. In questo caso come ci si comporta? Tale eventualità fa sì che la disciplina dell'installazione ai sensi dell'articolo 1102 del codice civile non sia affatto scontata ma dev'essere valutata caso per caso considerando la volontà e gli interessi di tutti i comproprietari quindi, in via generale è vero che singolo condomino può usare la cosa comune a suo piacimento secondo le proprie necessità e convenienza ma non deve però determinare pregiudizievoli invadenze dei confronti degli altri proprietari. Infatti non è detto che l'installazione di pannelli solari non possa pregiudicare l'uso - godimento della cosa comune da parte degli altri partecipanti alla comunione. Installando il pannello solare sul lastrico solare il singolo condomino manifesta, seppure in via implicita, l'intenzione di possedere il bene in maniera esclusiva trattandosi di una occupazione stabile di un bene comune questa condotta potrebbe essere visto come un abuso poichè di fatto si impedisce l'utilizzo della cosa comune agli altri condomini ostacolandone il libero e pacifico godimento.

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pannelli solari in condominio

Installazione pannelli solari in condominio

L'acquisizione di energia prodotta da fonti alternative, le cosiddette fonti rinnovabili, come ad esempio quella acquisita dall'energia solare tramite i pannelli solari è argomento che negli ultimi anni ha dato esito a molte scelte per molti italiani in questo senso. Ma nel condominio, il singolo condomino, può installare un pannello solare ? A questa domanda si potrà rispondere tenendo conto soprattutto della nuova riforma del condominio la quale, attraverso l'articolo 1122 c.c. per stabilisce che: "è consentita l'installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili destinate al servizio di singole unità del condominio sul lastrico solare o su altra idonea superficie comune e sulle parti di proprietà individuale dell'interessato". Si precisa,inoltre, che l'assemblea a richiesta degli interessati, ai fini dell'installazione di questi impianti provvederà a ripartire l'uso del lastrico solare e delle altre superfici comune salvaguardando le diverse forme di utilizzo previste dal regolamento di condominio o comunque in atto.
 

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lunedì 8 luglio 2013

il danno morale

cosa si intende per danno morale ?

foto sul post il danno morale
Infine da sottolineare la lieve differenza che c'è tra danno biologico e danno morale. Il danno biologico, costituisce l'evento del fatto lesivo della salute mentre il danno morale subiettivo appartengono alla categoria del danno - conseguenza in senso stretto. Il danno morale che si sostanzia nel conseguente turbamento psicologico del soggetto offeso è danno-conseguenza in senso proprio del fatto illecito lesivo della salute costituisce condizione di risarcibilità del medesimo. Il danno biologico è invece dell'evento interno al fatto lesivo della salute e deve necessariamente esistere ed essere provato, non potendosi avere rilevanza delle eventuali conseguenze esterne all'interno fatto senza la completa realizzazione di quest'ultimo. La Cassazione civile sezione terza n.29191 del 12 dicembre 2008 ha indicato i criteri per la determinazione del danno biologico attenendosi sia valori tabellari sia tenendo conto della riduzione della capacità lavorative della vita sociale del danneggiato, stabilendo che nel caso di lesioni gravissime dal illecito stradale, articolo 2054 del codice civile, con perdita della salute il danno biologico deve essere necessariamente personalizzato calcolando anche la componente della capacità lavorativa del danno psichico, pertanto ai valori tabellari della stima statica della gravità del danno devono aggiungersi le altre componenti nella valutazione del danno morale contestuale all'elezione del danno della salute, la valutazione di tale voce dotata di logica autonomia in relazione alla diversità del bene protetto deve tenere conto delle condizioni soggettive della persona umana della gravità del fatto senza che possa considerarsi il valore dell'integrità morale una quota minore del danno alla salute. Infine la Cassazione Civile sezione terza n. 8703 del 9 aprile 2009 ha confermato che la peculiarità del danno non patrimoniale deve essere individuata nella sua tipicità, con la precisazione che il danno non patrimoniale suscettibile di essere risarcito deve derivare dalla lesione di un diritto costituzionale garantito (sono esclusi stress disagi e tutte le ansie)


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danno morale e danno biologico

cosa si intende per danno morale e danno biologico e quali sono gli effetti giuridici ?

foto del post su cosa si intende per danno morale e danno biologico e quali sono gli effetti giuridici ?
Parliamo del danno biologico molti avranno avuto occasione di sentir parlare del danno biologico ma che cos'è? Da dove nasce? Il concetto di danno biologico è stato elaborato dalla giurisprudenza in quanto il codice civile prevede solo la nozione di danno come lucro cessante e danno emergente, inteso dunque esclusivamente sotto un profilo prettamente economico. Il danno patrimoniale, appunto, viene risarcito ai sensi dell'articolo 2043 del codice civile, mentre il danno non patrimoniale invece è disciplinato dall'articolo 2059 del codice civile che lo limita ai casi in cui sia violata una disposizione di legge a carattere penale, il danno morale, dunque è stato inserito nella categoria del danno non patrimoniale. Negli anni la giurisprudenza ha elaborato la nozione di danno biologico comprensivo, non solo del danno alla integrità fisica, ma anche inserendo le conseguenze alla vita lavorativa, alla vita di relazione e sulle capacità future. Inizialmente questa nozione di danno biologico era presente nell'articolo 5 (poi abrogato) della legge 57 del 2001 che ha parlato per la prima volta del danno alla persona di lieve entità prevedendo che:" per danno biologico si intende la lesione alla integrità psicofisica della persona suscettibile di accertamento medico legale...";


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risarcimento danno biologico

Quando è possibile il risarcimento del danno biologico ?

foto del post sul risarcimento del danno biologico
Il danno biologico è risarcibile indipendentemente dalla sua incidenza sulla capacità di produzione di reddito del danneggiato. Quindi veniva introdotta la nozione di danno biologico come lesione alle integrità fisica, la disciplina del danno fisico è stato poi regolamentato dagli articoli 138 e 139 del codice delle assicurazioni private. L'articolo 138 disciplina il risarcimento del danno di non lieve entità, ovvero quelle che prevedono da 10 a 100 punti percentuali di invalidità demandando ad un decreto del Presidente della Repubblica l'applicazione della tabella unica ,su tutte il territorio nazionale, per l'applicazione della liquidazione di tale danno. L'articolo 139 del codice delle assicurazioni è relativo al risarcimento del danno biologico per le lesioni cosiddette di lieve entità ovvero da 1 a 9 punti di invalidità, tali tabelle sono annualmente approvati con decreto ministeriale per le attività produttive, sono quindi tutt'ora vigenti. Nonostante il danno biologico sia quella categoria di danno incondizionatamente riconosciuta dalla dottrina e della giurisprudenza qualche problema ancora risiede nella sua effettiva liquidazione. La giurisprudenza ha elaborato il concetto di danno biologico inserendo in esso il danno all'attività lavorativa, il danno psichico, il danno alla vita di relazione ed ha ritenuto che esista un danno alla salute nel caso di:
  • a) modificazione all'aspetto esteriore di una persona;
  • b) riduzione della capacità di relazionarsi con altri individui;
  • c) riduzione della capacità lavorativa, ossia dell'attitudine di una persona di lavorare;
  • d) perdita di chance lavorative;
  • e) perdita della capacità sessuale;
  • f) danno psichico.

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venerdì 5 luglio 2013

in separazione dei beni

Regime patrimoniale: la separazione dei beni

Passiamo alla separazione dei beni: la separazione dei beni anzitutto funziona in modo più semplice rispetto alla comunione. Ciascun coniuge mantiene la propria titolarità esclusiva sui beni acquistati e posseduti prima del matrimonio o anche quelli acquistati dopo il matrimonio. Ogni coniuge è libero di gestire le proprie risorse economiche rispettando l'obbligo comunque di contribuire al mantenimento della famiglia, in proporzione ai propri redditi e alle proprie sostanze. 

I vantaggi della separazione sono i seguenti: 
  1. consente al coniuge di sentirsi autonomo nella gestione del patrimonio personale; 
  2. semplifica le pratiche burocratiche di vendita di mobili per i beni mobili registrati, esempio un'auto; 
  3. se i redditi e il patrimonio personali sono consistenti la separazione dei beni è indispensabile per poter vendere agevolmente e reinvestire i proventi, oppure se uno dei due coniugi è imprenditori e l'altro no, quest'ultimo può costituire un patrimonio personale che non può essere attaccato dei creditori. 
Gli svantaggi:
  1. Mentre uno svantaggio potrà essere costituito dal fatto che questo regime non offre molte garanzie al coniuge che contribuisce all'andamento della vita familiare, a titolo di lavoro prettamente casalingo e non ha redditi propri oppure ne ha ma in misura nettamente inferiori rispetto all'altro coniuge. 

Infine la separazione dei beni è consigliata alle coppie dove devono gestire patrimoni complessi caratterizzati da una certa movimentazione di acquisti e vendite. Auguri! 


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in comunione dei beni

Regime patrimoniale: la comunione dei beni

Ma cosa significa avere la comunione dei beni ? Non tutti i beni faranno parte della comunione ma soltanto quelli acquistati dopo il matrimonio, restano fuori dalla comunione i beni di uso strettamente personale e quelli ricevuti per donazione o eredità. I coniugi possono compiere liberamente per proprio conto spese di ordinaria amministrazione, come pagare le bollette, acquistare un capo di abbigliamento; Mentre le spese di straordinaria amministrazione compiuti da un coniuge senza necessario consenso nell'altro possono essere annullati entro un anno da quando l'altro coniuge ha saputo dell'evento. 
I vantaggi principali della comunione dei beni sono i seguenti: 
  1. non occorre nessuna formalità, la comunione si instaura automaticamente con il matrimonio; 
  2. sul piano economico viene riprodotta una comunione spirituale tre i coniugi affermando principi di solidarietà e di collaborazione reciproca; 

Gli svantaggi: 
  1. alcuni atti sono più complessi, per esempio per vendere l'auto o acquistare e vendere un immobile, ove, in caso di mancato consenso l'atto sarà annullabile; 
  2. la sostanza differenza tra comunione e separazione e nel disciplinare degli acquisti. 
La comunione è consigliabile alle coppie nelle quali uno dei coniugi non ha reddito o mezzi propri di sostentamento ma la sua attività contribuisce l'andamento familiare a livello casalingo. I coniugi mediante un accordo possono modificare la comunione legale si avrà in questo caso la comunione convenzionale: la comunione convenzionale consente di ampliare o restringere il novero dei beni che normalmente rientrano nella comunione; la convenzione deve essere sempre stipulata per atto pubblico a pena di nullità. 

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regime di comunione o separazione dei beni nel diritto di famiglia

Quale la scelta migliore : la separazione o la comunione dei beni ?

Chi si è già sposato potrà comprendere quanto sia complicato e quante cose da fare ci sono dietro ad una organizzazione ottimale dell'evento. Tra le scelte da fare i coniugi dovranno anche pensare a quale regime patrimoniale aderire. Chi si sposa e non sceglie espressamente un regime patrimoniale si vede applicare automaticamente il regime della comunione dei beni ma c'è da chiedersi quando ed in quali casi, conviene e quali sono le differenze tra il regime di comunione di beni ed il regime di separazione dei beni. La soluzione non è solo giuridica ma dipende anche dal modo che ciascuno ha ad intendere la vita matrimoniale, in ogni caso, in entrambe le situazioni ci saranno dei vantaggi e dei difetti. Chi si sposa può scegliere di gestire il menage familiare in comune quindi ottenere i beni In comune oppure la separazione degli stessi fatto sta che come linea generale di principio tutte queste scelte devono essere fatte sempre nel rispetto dei principi che tutti erano i figli all'uguaglianza dei coniugi all'interno del matrimonio. Gli sposi si troveranno di fronte a tre opzioni: 
  • a) se non si fa alcuna scelta si aprirà automaticamente la comunione legale
  • b) se si decide per la separazione dei beni occorre dichiarare la scelta davanti all'ufficiale di stato civile, al Ministro di culto la dichiarazione viene inserita nell'atto di celebrazione di matrimonio; 
  • c) se si desidera una diversa soluzione si potrà fare una convenzione matrimoniale per atto pubblico e farla notare a margine dell'atto di matrimonio solo così può essere fatta valere anche nei confronti dei creditori; le definizioni possono essere cambiate nel corso del matrimonio ma bisogna farlo davanti ad un notaio. 
Passiamo alla comunione dei beni, se gli sposi non fanno alcuna scelta, come abbiamo detto prima, il regime patrimoniale della coppia sarà la comunione di beni. Ma cosa significa avere la comunione dei beni? 

continua: in comunione dei beni

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