giovedì 31 ottobre 2013

sentenza tribunale distrettuale di Zurigo

Settembre 2012 sentenza del tribunale distrettuale di Zurigo in favore del CDF contro l’INCA/CGI, questi ultimi ricorrono all’appello all'ultima istanza del Tribunale Federale

In un secondo tempo dopo avere stabilito le difese legali si sensibilizza la comunità italiana dei fatti accaduti: “L'Italiano” di Roma da voce al CDF, “Rinascita”, giornale radio d’emigrazione a Bienne in Svizzera, rilascia via etere delle interviste al CDF e “Laltritalia”, giornale online d’emigrazione, registra sul proprio sito l’intervista ad una vittima. Sulla televisione svizzera italiana si va in onda con un documentario sui fatti occorsi a Zurigo. Vari parlamentari italiani di diverso colore passano per Zurigo e prendono in consegna dal CDF la documentazione sui fatti, ma dopo l’incontro non si faranno più sentire. Come non si farà più sentire il parlamentare elvetico interpellato in merito. Ma finalmente arrivano i primi risultati e nell’aprile 2012, dopo oltre tre anni di stremante attesa, il tribunale federale elvetico emette una sentenza in favore di un truffato membro del CDF: una cassa pensione deve restituire i risparmi pensionistici versati di frode all’INCA. Per la prima volta in assoluto in Svizzera. In settembre 2012 arriva la sentenza del tribunale distrettuale di Zurigo in favore del CDF contro l’INCA/CGIL che è condannata per responsabilità oggettiva. Deve rifondere la somma intera dei capitali pensionistici sottratti più gli interessi e tutte le spese procedurali e un’ indennizzo per il danno morale. L’ INCA/CGIL inoltra sorprendentemente ricorso alla corte d’appello di Zurigo contro la sentenza e paga la lauta cauzione di oltre CHF 100'000 malgrado avesse sempre dichiarato in diverse occasioni di non avere mezzi finanziari a disposizione. In febbraio 2013 la Corte d’appello in seconda istanza respinge il ricorso dell’ INCA/ CGIL ribadendo la sentenza del tribunale distrettuale in favore del CDF. A seguito della riconferma della sentenza d'appello i legali del CDF ottengono il sequestro cautelativo del patrimonio del patronato in Svizzera. Ma l'INCA/CGIL ricorre all’ appello all'ultima istanza del Tribunale Federale. Dopo quattro anni la procura di Zurigo stenta ancora a concludere la fase investigativa. Le domande del CDF alla procura vengono risposte in maniera evasiva e nessuno dei danneggiati è stato ancora interpellato. Tutt'ora la situazione in Italia è ancora interamente da chiarire non essendo stato concluso ancora alcun ricorso presentato.

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causa contro Inca Cgil

In giugno 2010 saranno avviate le cause civili contro l’INCA/ CGIL

Un senatore italiano, informato sul caso, mette spontaneamente e gratuitamente a disposizione del CDF il proprio studio legale. In modo celere si prepara la cause ma improvvisamente pochi giorni prima della consegna degli atti d’accusa contro la CGIL e l’INCA al tribunale civile di Roma il senatore cade in disgrazia e viene espulso dal Senato e messo in marzo 2010 agli arresti.Contemporaneamente il CDF confronta i vari deputati della circoscrizione estero residenti in Svizzera con la loro assenza e silenzio a riguardo lo scandalo. Questi infine, dopo l’impegno forzato del CDF, devolvono un sussidio per l’assistenza legale in favore di una causa civile in Svizzera. Si tratta dei sussidi previsti per gli italiani all' estero in stato di bisogno che sarebbero già dovuti di diritto poiché venendo a mancare la cassa pensione, si finisce, come prevedibile, inesorabilmente, in grosse difficoltà finanziarie. In giugno 2010 saranno avviate le cause civili contro l’INCA/ CGIL.

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Comitato Difesa Famiglie

Le 50 famiglie truffate costituiscono il comitato CDF (Comitato Difesa Famiglie)

A questo punto i truffati, resosi conto di essere stati non solo abbandonati, ma anche presi in giro dalle autorità, organizzano un’assemblea a parte a cui partecipano 50 famiglie truffate e si costituisce un comitato: il CDF (Comitato Difesa Famiglie). I truffati e i loro familiari sono indignati della situazione e profondamente delusi del comportamento delle autorità italiane. Il sudore ed il sacrificio di una vita d’emigrazione sono stati dichiarati vani, ma a far maggiormente rabbia è che la fiducia sia stata tradita da un ente pubblico ritenuto fin’ allora amico. Il patronato era stato il punto di riferimento in caso di bisogno: Un pezzo d’Italia dove ci si credeva a casa. Nelle settimane successive il CDF stabilisce le strategie da intraprendere. La decisione, unanime, del nuovo costituito CDF è di non appesantire ulteriormente i danneggiati finanziariamente e di intraprendere il più presto la via legale sia in Italia che in Svizzera. Una rinomata redazione elvetica venendo a conoscenza dal CDF della storia degli emigranti italiani, incarica spontaneamente a proprie spese in ottobre 2009 un proprio avvocato per le difese degli emigranti italiani incurante che sia stato un ente italiano responsabile della loro tragedia. La causa legale è elaborata per cinque casi pilota e in novembre esce l’articolo dello scandalo “italiano”. 

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Patronato Inca Zurigo

La dinamica dell'accaduto nel patronato Inca di Zurigo

La truffa ai lavoratore italiani emigrati in Svizzera ha avuto inizio, nel patronato Inca di Zurigo, dove con la semplice richiesta ai malcapitati dei documenti d’identità, previsti dalla prassi, si innescava un meccanismo fatto di documenti falsificati, deviazione della corrispondenza postale, firme falsificate avvallate con timbri del consolato generale di Zurigo e alla fine i risparmi della cassa pensione dei poveri assistiti finivano su un conto bancario intestato al patronato INCA. Perché il malcapitato non destasse sospetti, gli venivano versati come camouflage le rate mensili che egli presumeva provenissero dalla cassa pensione. A seguito di ciò, l’ INCA licenzia, a seguito di una denuncia da parte di un danneggiato, nel gennaio 2009 il direttore del patronato INCA/CGIL di Zurigo che era stato preso nel sacco in un tentativo di frode ma l’esiliato direttore è immediatamente assunto dall’ INAC, un altro patronato sempre situato a Zurigo.I malcapitati chiedono a questo punto insistentemente delle spiegazioni e confrontano le autorità dell’emigrazione sull’ accaduto. Questi indicono alla fine una riunione di informazione non riuscendo più a tenere nascosto lo scandalo capitato tra le loro file. Così il console generale di Zurigo, il presidente del COMITES di Zurigo insieme al responsabile CGIL per l’estero e i quattro parlamentari della circoscrizione estero residenti in Svizzera, incontrano il 12 settembre 2009 la comunità d’emigrazione italiana in una serata informativa alla Casa d’Italia di Zurigo. Oramai erano passati 9 mesi dal licenziamento del responsabile dall’ INCA. 9 mesi che il patronato incaricato ad assistere e tutelare i cittadini li lasciava nella più totale ignoranza.

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il caso inca cgil

INCA-CGIL 50 famiglie truffate nella sede del patronato a Zurigo

La storia del CDF sembra la storia di un villaggio gallico situato in mezzo all’ impero romano che cerca di sopravvivere alle diverse ingerenze ed ai molteplici soprusi. Purtroppo la vicenda vissuta dal CDF è la cruda verità come si presenta tra l’emigrazione italiana a Zurigo. Inermi pensionati si erano rivolti al patronato INCA/ CGIL come prescritto dalla legislatura italiana e ufficialmente pubblicato e raccomandato tra altri dai vari consolati. La costituzione italiana e una legge specifica avrebbero dovuto tutelare questi pensionati ma di sorpresa si ritrovano perfidamente raggirati in mezzo ad un’infame sopruso da parte di impiegati pubblici. Ecco come inizia la prefazione sulla descrizione del c.d. Caso Inca. Di seguito ci saranno alcune brevi cenni sull'intera questione, tutt'ora irrisolta. 
Parte prima: L’ esperienza di più di 50 famiglie truffate nella sede del patronato INCA/ CGIL a Zurigo si aggiunge alle innumerevoli peripezie dell’ emigrazione che ha visto e vede coinvolte ancora oggi, decine di famiglie italiane. Questa volta pero c’è una particolarità: infatti, è entro le mura di un ente pubblico italiano che si lavora truffando deliberatamente gli emigranti italiani e che le autorità deputate al controllo rimangano in silenzio. Per una decina di anni chi si rivolgeva al patronato INCA/CGIL e chiedeva assistenza per svolgere la pratica di pensionamento veniva derubato dal capitale della previdenza professionale per la vecchiaia. Ci si recava all’INCA/ CGIL su avviso ufficiale del Consolato e dell’INPS perché il patronato è stato propriamente costituito dalla Repubblica Italiana per tutelare ed assistere il cittadino al conseguimento di prestazioni previdenziali (a tal proposito si ricorda creazione dell'INCA, avvenuta nel 1945, la Confederazione Generale Italiana del Lavoro CGIL volle assicurare un servizio d’assistenza sociale a tutti i lavoratori italiani, anche se non organizzati sindacalmente, senza distinzione di fede politica e religiosa. n.d.r.), sanitarie e di carattere socio-assistenziale, incluse quelle in materia di emigrazione. Nel caso di questa infame truffa si può veramente parlare di una vera e propria licenza a delinquere in mano all’INCA/ CGIL di Zurigo.



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