giovedì 31 ottobre 2013

Patronato Inca Zurigo

La dinamica dell'accaduto nel patronato Inca di Zurigo

La truffa ai lavoratore italiani emigrati in Svizzera ha avuto inizio, nel patronato Inca di Zurigo, dove con la semplice richiesta ai malcapitati dei documenti d’identità, previsti dalla prassi, si innescava un meccanismo fatto di documenti falsificati, deviazione della corrispondenza postale, firme falsificate avvallate con timbri del consolato generale di Zurigo e alla fine i risparmi della cassa pensione dei poveri assistiti finivano su un conto bancario intestato al patronato INCA. Perché il malcapitato non destasse sospetti, gli venivano versati come camouflage le rate mensili che egli presumeva provenissero dalla cassa pensione. A seguito di ciò, l’ INCA licenzia, a seguito di una denuncia da parte di un danneggiato, nel gennaio 2009 il direttore del patronato INCA/CGIL di Zurigo che era stato preso nel sacco in un tentativo di frode ma l’esiliato direttore è immediatamente assunto dall’ INAC, un altro patronato sempre situato a Zurigo.I malcapitati chiedono a questo punto insistentemente delle spiegazioni e confrontano le autorità dell’emigrazione sull’ accaduto. Questi indicono alla fine una riunione di informazione non riuscendo più a tenere nascosto lo scandalo capitato tra le loro file. Così il console generale di Zurigo, il presidente del COMITES di Zurigo insieme al responsabile CGIL per l’estero e i quattro parlamentari della circoscrizione estero residenti in Svizzera, incontrano il 12 settembre 2009 la comunità d’emigrazione italiana in una serata informativa alla Casa d’Italia di Zurigo. Oramai erano passati 9 mesi dal licenziamento del responsabile dall’ INCA. 9 mesi che il patronato incaricato ad assistere e tutelare i cittadini li lasciava nella più totale ignoranza.

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