giovedì 21 novembre 2013

Gian Luigi Ferretti Consiglio Generale degli Italiani all’Estero CGIE

Nuova intervista sul caso INCA/CGIL in Svizzera

Si tratta di un estratto dell'intervento del sig. Ferretti, consigliere CGIE, il quale rivolgendosi ai propri colleghi, chiede loro -‘di unirvi a me per richiedere con forza e determinazione che l'Assemblea Generale di fine mese dedichi uno spazio all'orribile vicenda’- Se ciò non accadesse, -‘allora ne trarrò le conseguenze e uscirò dal CGIE sbattendo la porta con grande clamore’- Gian Luigi Ferretti, membro del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE), si è stufato: è stanco del fatto che il vertice del Consiglio abbia più volte dimostrato di non volere affrontare la questione che riguarda il caso Giacchetta, ovvero il funzionario dell’Inca/Cgil che in Svizzera ha truffato decine di famiglie italiane, portando via loro i risparmi di una vita. Così Ferretti è pronto a dimettersi se alla prossima Assemblea Plenaria del CGIE – che si terrà alla fine del mese – non si discuterà del caso una volta per tutte. Fino adesso il segretario generale del CGIE, Elio Carozza, ha sempre fatto orecchie da mercante. All’ultimo incontro del Comitati di presidenza i consiglieri Augusto Sorriso, Gian Luigi Ferretti e Riccardo Pinna, hanno provato a chiedere che il caso Giacchetta fosse almeno messo fra i temi della discussione: niente, non c’è stato nulla da fare. Sorriso, intervistato da ItaliaChiamaItalia, ha detto: “ci hanno zittito in dieci minuti, contro di noi un muro fatto dai rappresentanti sindacali e dei patronati”. Della truffa Inca/Cgil se n’è parlato di recente anche a “Mi manda Rai Tre”, grazie alla forza e alla costanza di Marco Tommasini, presidente del Comitato Difesa Famiglie, che non molla, non vuole farlo. E a quanto pare non vuole mollare nemmeno Ferretti. In una nota, il consigliere – riferendosi al silenzio del CGIE in relazione al caso Giacchetta - scrive, fra l’altro: “Non vi sembra strano che l'organismo che si occupa di tutto quanto ha attinenza con gli italiani all'estero non abbia mai, non dico stigmatizzato quanto è successo, ma almeno espresso una parola di conforto ai poveri anziani emigrati, dato loro una pacca sulle spalle? Non sarà perchè il farabutto che li ha derubati era il responsabile del patronato INCA/CGIL a Zurigo ed il misfatto è avvenuto negli uffici dell'INCA/CGIL, quella stessa INCA/CGIL che se ne è subito lavata le mani: ‘Arrangiatevi, prendetevela con Antonio Giacchetta. Noi non c'entriamo’?”. “Intanto – continua Ferretti - confesso che è anche colpa mia e del mio maledetto senso delle istituzioni. Sono stato il primo e uno dei pochissimi a scrivere articoli su articoli subendo attacchi subdoli, minacce ed amenità del genere. Figuriamoci quindi se non avrei voluto interessare il Cgie. Eppure ritenevo giusto procedere ‘per via gerarchica’ sensibilizzando prima di tutto il Comitato di Presidenza di cui sono membro: quella, però, è stata una mission impossible. Anche all'ultimo CdP il Segretario generale Elio Carozza ha impedito ancora una volta che si parlasse del caso. Lo ha fatto con arroganza, supponenza e fastidio, ripetendo come un mantra che ci sono processi in corso. Allo stesso modo per anni non avremmo dovuto parlare di Marcinelle in attesa di sentenze”. 

I truffati di Giacchetta, “poveretti, abbandonati da tutti al loro destino, hanno però trovato un giornale svizzero (svizzero, non d'emigrazione) che li ha aiutati ad intentare una causa contro il patronato nella Confederazione Elvetica ed hanno vinto ogni grado di giudizio con l'INCA/CGIL che ogni volta si intestardiva a fare ricorso. Ora che la condanna è diventata definitiva e non più ulteriormente appellabile, l'INCA/CGIL ha scelto di chiudere la sua struttura in Svizzera per non pagare il dovuto. Comportamento incredibilmente vergognoso per un'organizzazione ricchissima”. “Poi finalmente la scorsa settimana Rai 3, il canale da sempre d'ispirazione del maggior partito di sinistra, ha dedicato la trasmissione ‘Mi manda Raitre’ al loro caso e lo ha fatto con professionalità ed obiettività.Guardatevi il filmato della puntata ed ascoltate le conclusioni dell'esperto: in base agli articoli 243 e 249, l'INCA/CGIL nazionale dovrebbe risarcire il danno arrecato da chi dirigeva una sua diramazione estera”. “L'INCA/CGIL, invitata ad esporre le sue ragioni, ha preferito lasciare la sedia vuota. Comprensibile, non avrebbe certo potuto ripetere sciocchezze e calunnie tipo quelle che fanno circolare alcuni: ‘Erano i pensionati stessi ad affidare i loro risparmi al Giacchetta nella speranza di avere alti interessi’. Anche perchè Antonio Giacchetta, reo confesso, mai, né durante gli interrogatori nè nella lettera di scuse pubbliche ai truffati, ha addotto a sua difesa tale argomento”. “Mi dispiace – continua Ferretti in un lungo intervento che si tratti di un patronato. Con tutto il male che io possa pensare dell'intromissione pesante dei patronati nel voto all'estero (anche se, si sa, di conflitto di interessi si può parlare solo per Berlusconi o al massimo per la Cancellieri), non è certo il caso di chiedere l'abolizione di organizzazioni che comunque forniscono servizi agli emigrati in un momento in cui vengono chiusi a raffica i Consolati. Mi dispiace poi che il patronato si chiami INCA/CGIL perchè c'è il rischio, nel criticarne l'operato, di essere accusato di speculazione politica. Così non è, ma purtroppo c'è tutto un ambiente che, per riflesso di appartenenza politica, si sente in dovere di fare quadrato a difesa di qualunque cosa a prescindere. Dunque ne ha parlato persino Rai 3 e so che altre trasmissioni, altri media importanti ne parleranno. E il CGIE? Preferisce discutere dei massimi sistemi ma non occuparsi di oltre cento famiglie di emigrati che hanno avuto rovinata la vita? Lo dico anche in senso letterale, il cuore di qualcuno non ha retto. Non voglio neppure pensare che qualcuno voglia a tutti i costi tirarla per le lunghe nella macabra attesa che la maggior parte degli interessati tolga il disturbo così da limitare il danno della restituzione del maltolto che inevitabilmente ci dovrà essere”. Per tutto quanto esposto, Ferretti chiede ai suoi colleghi CGIE “di unirvi a me per richiedere con forza e determinazione che l'Assemblea Generale di fine mese dedichi uno spazio all'orribile vicenda. Magari si potrebbero invitare i rappresentanti dei truffati e quelli dell'INCA/CGIL per chiarire la situazione ed impostare un dibattito. Io sono notoriamente uno strenuo e testardo difensore dell'istituzione del CGIE, ma vi confesso che mi sento sempre più a disagio in questo CGIE ed ora la goccia sta facendo traboccare il vaso; se verrà impedito da una maggioranza prevaricatrice che l'Assemblea Generale possa discutere questo caso, allora ne trarrò le conseguenze e uscirò dal CGIE sbattendo la porta con grande clamore”.

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